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Jaguar M K2 3.8 s .ASI
€ 37.000,-
¿Estás pensando en vender tu coche?
Tásalo ya y véndelo en 1 horaKilometraje
51.000 km
Tipo de cambio
-
Año
01/1967
Tipo de combustible
Gasolina
Potencia
220 kW (299 CV)
Vendedor
Particular
Datos básicos
- Categoría
- Otros
- Tipo de vehículo
- Ocasión
Historial del vehículo
- Kilometraje
- 51.000 km
- Año
- 01/1967
- Guía de mantenimiento
- sí
Datos Técnicos
- Potencia
- 220 kW (299 CV)
Consumo de energía
- Tipo de combustible
- Gasolina
Equipamiento
- Comodidad
- Reposabrazos
Color y Tapicería
- Color exterior
- Negro
- Tipo de pintura
- Otros
Comentarios
Caratteristiche
Nata come aggiornamento della MK I, la prima berlina del Giaguaro con scocca portante, la MK II venne
presentata al Salone di Londra del 1959. Quest’ultima beneficiando di importanti migliorie a livello meccanico
e stilistico si affermò ben presto come una delle auto inglesi più ambite e prestigiose.
Il detto “buona la prima” non è sempre valido: nella seconda metà degli anni 50 le Jaguar 2.4 e 3.4 Litre, note con la
denominazione (retroattiva) Mark I, a fronte di un telaio di concezione moderna delusero le aspettative, soprattutto dal punto
di vista dinamico. Sir William Lyons, patron della Jaguar, decise dunque di correre ai ripari apportando alcune modifiche
mirate a un progetto di per sé molto valido. E, durante la kermesse londinese nell’ottobre del 1959, venne svelata una delle
Jaguar più amate di sempre: la Mark II, MK II nel gergo degli appassionati.
Lo stile. A prima vista la MK I e MK II erano molto simili, le differenze si concentravano infatti al di sopra della linea
di cintura: l’intero padiglione venne rimodellato. Ne risultò in aumento del 18% della superficie vetrata, ottenuta con i
montanti anteriori più sottili e il lunotto più ampio. I montanti posteriori, più tondeggianti, prendevano la caratteristica forma
a “D” Jaguar della portiera posteriore mentre nuove cornici cromate donavano importanza alla vista laterale. La griglia del
radiatore fu aggiornata, parallelamente agli indicatori di direzione e le luci di stop e fendinebbia. L’impianto di riscaldamento
venne riprogettato integrando delle canaline per il vano posteriore. Infine, venne adottata una nuova disposizione
della strumentazione, ripresa su tutte le vetture Jaguar prodotte fino alla seconda serie della XJ, lanciata nel 1973.
Bella e veloce. La Jaguar Mark 2 era una berlina dalle linee seducenti e dalle prestazioni piuttosto elevate per i suoi tempi.
Sir Lyons in una nota pubblicità, presentava l’ultima nata in casa Jaguar con questo slogan: “Grace, Space, Pace” (grazia,
spazio, andatura), in riferimento alle principali qualità del modello.
La MK II era equipaggiata con l’avanzato motore sei cilindri in linea “XK6”, declinato in tre versioni: 2.4, 3.4 e 3.8 litri.
L’unità di base, pur indicata come 2,4, con una cilindrata di 2.483 cc era più prossima ai 2,5 litri e poteva erogare 120 CV.
Di ben altra caratura il 3,4 litri da 3.442 cc, capace di 210 CV. Al vertice della gamma il 3,8 litri da 3.781 centimetri
cubici e 220 CV, pensato principalmente per il mercato americano.
Su tutte le varianti era prevista la trasmissione prevedeva un cambio manuale a quattro marce, con la prima non
sincronizzata. A richiesta erano disponibili l’overdrive opzionale oppure un cambio automatico a tre velocità.
Sulla 3.8 Litre era presente anche un il differenziale autobloccante Powr-Lok.
Caratteristiche
Superberlina all’inglese. Sulla MK II la carreggiata posteriore venne maggiorata e la geometria della sospensione anteri.
Nata come aggiornamento della MK I, la prima berlina del Giaguaro con scocca portante, la MK II venne
presentata al Salone di Londra del 1959. Quest’ultima beneficiando di importanti migliorie a livello meccanico
e stilistico si affermò ben presto come una delle auto inglesi più ambite e prestigiose.
Il detto “buona la prima” non è sempre valido: nella seconda metà degli anni 50 le Jaguar 2.4 e 3.4 Litre, note con la
denominazione (retroattiva) Mark I, a fronte di un telaio di concezione moderna delusero le aspettative, soprattutto dal punto
di vista dinamico. Sir William Lyons, patron della Jaguar, decise dunque di correre ai ripari apportando alcune modifiche
mirate a un progetto di per sé molto valido. E, durante la kermesse londinese nell’ottobre del 1959, venne svelata una delle
Jaguar più amate di sempre: la Mark II, MK II nel gergo degli appassionati.
Lo stile. A prima vista la MK I e MK II erano molto simili, le differenze si concentravano infatti al di sopra della linea
di cintura: l’intero padiglione venne rimodellato. Ne risultò in aumento del 18% della superficie vetrata, ottenuta con i
montanti anteriori più sottili e il lunotto più ampio. I montanti posteriori, più tondeggianti, prendevano la caratteristica forma
a “D” Jaguar della portiera posteriore mentre nuove cornici cromate donavano importanza alla vista laterale. La griglia del
radiatore fu aggiornata, parallelamente agli indicatori di direzione e le luci di stop e fendinebbia. L’impianto di riscaldamento
venne riprogettato integrando delle canaline per il vano posteriore. Infine, venne adottata una nuova disposizione
della strumentazione, ripresa su tutte le vetture Jaguar prodotte fino alla seconda serie della XJ, lanciata nel 1973.
Bella e veloce. La Jaguar Mark 2 era una berlina dalle linee seducenti e dalle prestazioni piuttosto elevate per i suoi tempi.
Sir Lyons in una nota pubblicità, presentava l’ultima nata in casa Jaguar con questo slogan: “Grace, Space, Pace” (grazia,
spazio, andatura), in riferimento alle principali qualità del modello.
La MK II era equipaggiata con l’avanzato motore sei cilindri in linea “XK6”, declinato in tre versioni: 2.4, 3.4 e 3.8 litri.
L’unità di base, pur indicata come 2,4, con una cilindrata di 2.483 cc era più prossima ai 2,5 litri e poteva erogare 120 CV.
Di ben altra caratura il 3,4 litri da 3.442 cc, capace di 210 CV. Al vertice della gamma il 3,8 litri da 3.781 centimetri
cubici e 220 CV, pensato principalmente per il mercato americano.
Su tutte le varianti era prevista la trasmissione prevedeva un cambio manuale a quattro marce, con la prima non
sincronizzata. A richiesta erano disponibili l’overdrive opzionale oppure un cambio automatico a tre velocità.
Sulla 3.8 Litre era presente anche un il differenziale autobloccante Powr-Lok.
Caratteristiche
Superberlina all’inglese. Sulla MK II la carreggiata posteriore venne maggiorata e la geometria della sospensione anteri.
Leasing
detailpage.leasing.title null
detailpage.leasing.oneTimeCosts
- detailpage.leasing.configurator.downPayment
- € 5.532,81
- shared.listItem.leasing.transferCost
- Keine Angabe
- shared.listItem.leasing.registrationCost
- Keine Angabe
- detailpage.leasing.total
- € 5.532,81
detailpage.leasing.generalData
- detailpage.leasing.totalLeaseAmount
- € 30.372,81
- detailpage.leasing.contractType
- Kilometerleasing
- detailpage.leasing.mileage p.a.
- 0 km
detailpage.leasing.monthlyCosts
- detailpage.leasing.duration
- 36 Monate
- detailpage.leasing.monthlyInstallment
- € 690,-
detailpage.leasing.additionalInformation
- detailpage.leasing.reducedKmPayment
- € 0,0000
detailpage.leasing.tip.headline
detailpage.leasing.loanBrokerage Volkswagen Leasing GmbH, Gifhorner Str. 57, 38112 Braunschweig
Die Angaben entsprechen zugleich dem 2/3 Beispiel nach § 6a Abs. 3 PAngV.
Vendedor
Particular- IVA deducible
- Precio del concesionario
- Esta información la proporciona el proveedor del certificado.